ERT – STORIA DI UNA VOCE CHE NON VUOLE TACERE
Alle 17.45 dell’11 giugno, il governo greco di Antonis Samaras ha annunciato che Ert, la televisione pubblica, sarebbe stata chiusa. A mezzanotte. Fine delle trasmissioni.
2800 dipendenti licenziati. 2800 persone che vanno a confluire nell’immane 27,4 % che è il tasso di disoccupazione raggiunto in Grecia tra gennaio e marzo 2013.
Ert, il cui acronimo sta per Ελληνική Ραδιοφωνία Τηλεόραση, ovverosia Radio-Televisione greca, la Rai ellenica insomma, trasmette servizi radio dal 1938 (con una breve pausa durante l’occupazione nazista) e programmi televisivi dal 1965. La Ert aveva tre canali televisivi, un canale Hd, un canale World che trasmetteva per i greci emigrati, 29 stazioni radio e una piattaforma web.
La Radio-Televisione greca era sicuramente un’azienda da bonificare a causa dei costi elevati (300 milioni di Euro all’anno) e dei numerosi sprechi che ci possiamo facilmente immaginare. Ma la decisione di chiuderla da un giorno all’altro è semplicemente inaccettabile. E il tentennamento del primo ministro Samaras e del governo che adesso stanno pensando ad una parziale riapertura dell’emittente in attesa della ristrutturazione totale non dimostrano tanto una buona volontà quanto un cieco brancolare nel buio dei tagli sistematici.
I dipendenti di Ert non si sono però arresi e, supportati da una forte protesta popolare, hanno deciso di continuare le trasmissioni sfidando l’esecutivo. La voce di Ert non è stata spenta e i giornalisti lavorano giorno e notte per mantenere la programmazione in streaming.
La chiusura del servizio pubblico sarebbe infatti un disastro per il sistema mediatico greco che in tal caso si reggerebbe solo su gruppi privati con forti conflitti di interesse e una qualità dell’informazione molto bassa.
Nel dicembre 2012, Alexis Papachelas, direttore di Kathimerini, uno dei principali quotidiani del paese, aveva dichiarato a Il Sole 24 Ore che la scarsa autorevolezza dei media greci era stata “una delle cause che avevano favorito l’occultamento della crisi economica così a lungo”.
Per questo è molto importante che l’informazione non sia svenduta come merce a basso prezzo al miglior offerente. La Grecia è un paese in estrema difficoltà e il racconto della crisi è un sismografo sociale fondamentale che deve mantenersi il più preciso possibile.
La storia dei giornalisti di Ert che, anche senza stipendio, non vogliono smettere di raccontare il mondo è una bella storia di resistenza e di informazione. Ma in fondo si tratta di televisione. Lo spettacolo delle immagini. E più di molte parole vale questo video.
E’ stato girato fuori dal palazzo della Ert di Atene la sera del 15 giugno. Il coro dell’emittente e centinaia di manifestanti cantano “Axion Esti”, una canzone di Mikis Theodorakis composta durante la dittatura dei Colonnelli con le parole del grande poeta Odysseus Elytis, Premio Nobel per la Letteratura nel 1979.
Buona settimana a tutti!
Davide Banis
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