È tutto sedimentato sotto il chiacchiericcio e il rumore; il silenzio e il sentimento, l’emozione e la paura, gli sparuti incostanti sprazzi di bellezza, e poi lo squallore disgraziato e l’uomo miserabile.
(da La Grande Bellezza, di Paolo Sorrentino)
Questa è una nuova rubrica.
Proverà a raccontare settimanalmente, per quello che è concesso ai miei strumenti e alla mia sensibilità, l’Italia politica e sociale che si avvicina al caldo dell’estate (se mai arriverà).
Si chiama “La Voce del Lunedì” per tre semplici motivi:
1. Verrà pubblicata ogni lunedì.
2. Verrà pubblicata sul sito di “Voci”.
3. Ricorda “La Voce”, l’ultimo giornale di Indro Montanelli.
Ho scelto di aprirla con una citazione de “La Grande Bellezza” di Paolo Sorrentino poiché secondo me questo film, da poco uscito nelle sale, riesce a dipingere in un unico affresco la magnificenza più fulgida e la miseria più nera dell’Italia contemporanea. Da un lato infatti c’è la sacra ed eterna bellezza del nostro immenso patrimonio culturale, dall’altro c’è il becero supercafonal delle feste selvagge in cui ci si ingozza travestiti da porci (che bei ricordi). E poi ha l’importante merito di essere un film che può avere mercato anche all’estero. Una cosa sempre più rara per un cinema italiano in difficoltà.
Per riepilogare la situazione, si potrebbe fare come nelle serie tv: dove eravamo rimasti? Ovverosia: che cosa è successo nelle puntate precedenti? Beh, in principio c’era la bollente età del sultanato bananocratico berlusconiano con il relativo circo di nani, clown e ballerine. Poi c’è stata la doccia fredda e grigia dell’austerità dei professori che ci ha traghettati con non poche incertezze fino a (quasi) il 2013. Quindi ci sono state le elezioni di febbraio e, poiché eravamo i figli ciechi del basso impero e della tecnocrazia, abbiamo votato un parlamento confuso e confusionario che ci ha messo un sacco di tempo per rieleggere il presidente (quasi) novantenne che c’era già prima e formare un governo dal sapore marcatamente democristiano. In altre parole, l’unica novità politica degli ultimi tempi è stata la morte di Andreotti. Se l’Italia fosse veramente una serie tv, verrebbe cancellata dopo la prima puntata.
E adesso? Adesso assistiamo al disastro di un Partito Democratico che non sa dove andare, al triste spettacolo di un Berlusconi che compare sui giornali solo per i suoi processi e ad un Beppe Grillo che, dopo qualche mossa azzeccata, non sa nemmeno più lui che cosa fare. Quel che è certo però è che tutti quei tromboni (giornalisti professionisti) e trombette (opinion leaderini da social network) che hanno passato le settimane elettorali a metterci in guardia dal nazismo del Movimento 5 Stelle sono caduti in una reductio ad Hitlerum clamorosa, e ci hanno fatto solo perdere tempo.
E nel frattempo arriva l’estate e tutti vanno al mare (ma chi? ma quando?), ed è il momento di dimostrare che la volontà civile non va mai in vacanza. Bisogna tenere gli occhi bene aperti in quella notte oscura che è la mancanza di futuro per tanti, troppi giovani italiani. Proveremo ad illuminare questa strada impervia con la nostra piccola lanterna. Non smetteremo mai di far sentire la nostra Voce.
Buona settimana a tutti! A lunedì prossimo!
Davide Banis
“Se l’Italia fosse veramente una serie tv, verrebbe cancellata dopo la prima puntata.” Magari, temo sarebbe piuttosto una serie da accanimento terapeutico stile “beautiful”, senza neppure la dignità di sparire.
Se l’Italia fosse una serie tv trasmessa in Italia diventerebbe una serie da accanimento terapeutico stile Beautiful.
se l’italia fosse una serie tv trasmessa in America verrebbe cancellata dopo la prima puntata.