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Danzando sulla nitroglicerina

grillo-bersaniHo aspettato tre giorni  prima di iniziare a scrivere. Ho aspettato che la polvere delle macerie si posasse a terra e si incominciasse a capire quello che era successo. La bomba elettorale è esplosa con effetti devastanti.

Ho letto la maggior parte degli stati, dei commenti, dei link e dei post sulle elezioni che sono riuscito a trovare. Se siete tra i miei amici di Facebook e avete scritto qualcosa sui risultati elettorali, io l’ho letto e ho speso qualche minuto per provare a capire perché pensavate così. Mi sono voluto informare nei minimi dettagli perché so che questo è un momento delicato e non voglio che il mio piccolo corso del pensiero si getti nell’inutile fiume della retorica disinformata che scorre abbondantemente ed indifferentemente tra i social network e i media tradizionali. Proverò quindi a pesare le mie parole con molta cura.

Mi ha sorpreso che tutti si siano stupiti del successo di Berlusconi. In fondo, il suo risultato finale collima abbastanza con il risultato previsto dai sondaggi degli ultimi giorni. Ed anche il successo di Grillo era abbastanza scontato. Cos’altro poteva fare se non stravincere l’unico che (più o meno correttamente, non è questo il punto) parlava agli italiani delusi dalla politica? In altre parole, la bomba elettorale era una bomba ad orologeria. Si è avverata, infatti, quella che indicavo come la più probabile delle possibilità: un parlamento confuso e confusionario. In questa prospettiva, tutti coloro che osano tirare fuori ancora l’argomento del voto utile cascano in una serie di errori sesquipedali. Non sarò certo io a giocare all’analista dei flussi elettorali ma credo che se tutti gli elettori tradizionalmente progressisti ma delusi dal Partito Democratico (di questo stiamo parlando quando parliamo di voto utile, non di tutti gli altri elettori) avessero votato per la coalizione di centro-sinistra, il nuovo parlamento sarebbe stato ancora di più esposto al rischio di inciuci e governissimi. Adesso invece il polo magnetico di attrazione principale è il Movimento 5 Stelle di Grillo che è indiscutibilmente meglio del centro-destra di Berlusconi. L’ipotesi migliore nell’immediato per il futuro dell’Italia è infatti un accordo programmatico tra il centro-sinistra e il Movimento 5 Stelle per approvare qualche riforma di vitale importanza e poi ritornare alle urne con un nuovo candidato premier (indovina chi?) nello schieramento progressista.

Ma so che ipotizzando scenari di questo tipo sto danzando sulla nitroglicerina.
La massa incandescente ed incazzata dei grillini può bruciare in ogni direzione. Non si può sapere ancora niente. Vedo il buio che c’è davanti a noi. Ma d’altra parte io credo che un accordo di questo tipo sia l’unica soluzione possibile, o meglio l’unica soluzione credibile, ora come ora. Sento che queste mie parole sono tremendamente fragili e sul punto di disfarsi da un momento all’altro; è come se avessero una data di scadenza che può essere anticipata da un improvviso e violento tweet di Beppe Grillo. Ma nonostante tutto questo, non vedo soluzioni migliori con cui costruire una nuova maggioranza. In questo momento, spero che possa giocare un ruolo importante il recentemente vituperato Dario Fo, che sembra essere in grado di gettare un ponte tra l’oltranzismo della protesta e la sensatezza della proposta democratica. È un altro giullare, è vero, lui stesso si definisce così, ma ricordatevi che la situazione in Italia è grave ma non è seria. E non dimentichiamoci nemmeno della mediazione di una Laura Puppato che è nel partito di Bersani ma è anche molto apprezzata dal comico genovese. Questa soluzione non è quella più probabile ma è comunque una speranza logicamente possibile e politicamente sviluppabile. Non credo che i mercati sarebbero terrorizzati da un governo che ci traghetta verso una nuova consultazione popolare e nel contempo approva una riforma della legge elettorale seria, un taglio netto alle spese della politica e al finanziamento pubblico dei partiti e dei giornali.

È l’occasione di una svolta. Solitamente in Italia, in questi casi, infatti, si cucina un minestrone in cui galleggiano tutte le verdure andate a male. Dal 1861 ad oggi, nei momenti di crisi, si è sempre cercato di impastare una maggioranza che convergesse verso il centro, tagliando le ali. Per inciso, i risultati sono sempre stati abbastanza catastrofici. È poi di vitale importanza per il Partito Democratico negare ogni possibilità di dialogo con il centro-destra di Berlusconi; l’inciucio (che orribile parola, tra l’altro) ci condurrebbe verso la peggiore delle ingovernabilità, e alle prossime elezioni il centro-sinistra azzererebbe i propri consensi. Per ora Beppe Grillo ha mostrato i muscoli, negando ogni possibilità di accordo con il Partito Democratico. Ma è davvero così miope? O vuole semplicemente prendersi tutto il tempo che vuole (ma che in realtà non c’è), dimostrare a tutti che adesso è lui che comanda e togliersi anche qualche sassolino dalla scarpa? Spero che in pochi giorni potremo dare una risposta definitiva a questa domanda.

È un momento storico. Bersani e Grillo non dovrebbero lasciarselo scappare.

Davide Banis

Discussione

2 pensieri su “Danzando sulla nitroglicerina

  1. Con tutti questi militanti che gli urlano nelle orecchie senza ascoltare, a Grillo è impossibile delineare una tattica. La sua tattica è (era) semplice e chiara, l’ha anche dichiarata: non vuole governare «con» Bersani. Punta a farlo dimettere, come è giusto, perché ha perso le elezioni di cui il PD aveva la vittoria in tasca.

    Mi pare un disegno piuttosto intelligente: come dice il mio amico Rebuffo, il prossimo governo dovrà gestire la bancarotta d’Italia, ed è bene che ci sia M5S a distribuire il peso della bancarotta sulle varie spalle. Di Monti-Berlusconi-Bersani non c’è da fidarsi: quelli hanno approvato l’Imu e ne hanno dato il gettito a Montepaschi, quelli sono la causa dell’iniquità odiosa per cui in questo paese ci sono pensionati a 300 euro, e pensionati a 30 mila euro mensili (Giuliano Amato, citato nell’altro post); un Paese dove il capo della persecuzione fiscale, Attilio Befera, guadagna oltre il triplo del cancelliere tedesco (Merkel prende 200 mila euro annui). E Berlusca pensa ormai solo a salvarsi, vuol fare il presidente del senato per avere l’immunità, è disposto a qualunque governissimo. Una rovina. Quelli, fanno pagare la bancarotta a noi, e non ai banchieri loro padroni.

    Pubblicato da Fabrizio Nessi | 2 marzo 2013, 10:53
  2. una strada va percorsa. colgo questa disperata richiesta dall’articolo di Davide. che è il mio stesso sentire. lo stallo corrode, l’indecisione logora, la confusione regna. a prescindere dai mercati e dallo spread, è la nostra stessa Italia che ce lo richiede, sofferente. chiede gente responsabile e preparata, oi aristoi, per farle rialzare la testa. d’altra parte rimango d’accordo con lei sul passo indietro che Grillo chiede a Bersani. l’ho sempre sostenuto, non avrebbe dovuto nemmeno candidarsi: responsabilità è anche farsi da parte.

    Pubblicato da Stefano Novati | 2 marzo 2013, 11:30

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