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generali, opinioni, ospiti

Quando è meglio un passo indietro.

“Prima di voler cambiare l’ordine del mondo è bene verificare l’ordine dei propri pensieri”

Cartesio

È un momento molto importante per VoCi, va detto. Non abbiamo compiuto ancora un anno di vita e siamo subissati – lo diciamo con orgoglio – di richieste di apporto di contributi e idee per la redazione dei vari programmi elettorali che stanno fiorendo in questi mesi nella città di Como. Certo, il momento è propizio e fecondo, inutile negarlo, ma per evitare imbarazzanti proclami in perfetto stile campagna elettorale 2007, si sta giustamente cercando di riavvicinare e di ricucire la politica locale alle difficoltà delle famiglie e delle persone. D’altra parte però la nostra vita professionale e di studio, di affetti e di amicizie ci impone una riflessione che voglio qui condividere con tutti voi: quanto la politica, nel senso competitivo ed elettorale del termine, renda basso e volgare il senso comune di ricerca del bene per una città e i suoi cittadini. E la volgarità in questo caso non è data dal sacrosanto scontro dialettico o dal conflitto ideale e valoriale in campo. Non la percepisco nemmeno nella classica – e sacrosanta (bis) – obiezione alla politica moderna, per cui, per dirla con Marshall McLuhan “al posto del dibattito politico c’è come scopo primario la costruzione dell’immagine del candidato”. Piuttosto la noto in un’assenza di equilibrio, di modestia e di reale intuito politico, che sta regalando a Como una quindicina di potenziali gruppi di candidati tra partiti e liste civiche. Perché? Perché ci state facendo questo?

Non per fare manfrine, ma molti di noi hanno ricevuto più volte vari inviti alla candidatura o al tesseramento. Non nascondiamoci, politica è anche ambizione personale oltreché servizio, politica è anche tentazione di primeggiare e apparire difficile da contenere. Ma è doveroso trattenersi a volte, se non si vuol regredire alla fase infantile tipica dell’uomo moderno, e cioè a quell’idea prepotente che spinge le persone alla spasmodica ricerca del successo pubblico e personale. E qui sorge un’importante obiezione: ma allora, è possibile agire efficacemente in campo politico rispettando quanto crediamo e professiamo in termini di umiltà? Affermava nel 1981 il Cardinal Martini: “la forza di quest’obiezione sta nel rapporto necessario tra bene comune e potere e nel contrasto che può verificarsi tra interesse generale e interesse particolare, sia esso personale o di gruppo. […] Purtroppo nella prassi corrente può accadere il contrario, cioè che venga ricercato il potere per il proprio personale tornaconto, e solo subordinatamente ad esso e al suo mantenimento, soprattutto se il potere dipende anche dal consenso, ci si preoccupi del bene comune. Per quanto riguarda il rapporto tra bene comune e bene o interesse particolare, può non essere male cercare il bene personale, familiare, di gruppo, sia esso economico, sociale o politico, anzi può essere necessario quando si tratta di bisogni o diritti oggettivi. Male è subordinare il bene generale a quello particolare. È anche ovviamente male qualsiasi illegittimo accaparramento o dirottamento di beni comuni per un interesse particolare”.

Per tutto questo, cari amici candidati, fateci un pensiero, e magari qualche passo indietro rispetto all’eccesso di candidature. Noi l’abbiamo fatto.

Sia chiaro, questo non è un invito a tornare ai vostri affari privati, ma a un “fare squadra” quanto mai urgente per il bene della nostra città. D’altronde il motto del nostro Vescovo Diego è o non è il noto: “Consummati in unum”?

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