Abbiamo scritto che riteniamo necessario e doveroso rifondare il sistema democratico italiano e quindi le persone, riconducendole ad fontes, alle idee che stanno alla base della nostra sconosciutissima Costituzione. Un approccio simile trova sviluppo in due concetti chiave dai quali ripartire: il concetto di spread e quello di crescita.
Spread: nessun allarmismo, nessuno vuole spiegare in due righe (i tentativi da ogni dove in questo periodo si sprecano) il significato del termine spread, l’impatto che il suo aumento ha sulle politiche economiche di un Paese e l’effetto finanziario che incide sul bilancio dello Stato. Vogliamo parlarvi di spread solo per evidenziare l’abnorme complessità che la nostra società sta vivendo e che, forse, non riesce più a sopportare. La finanza, il tecnologico, l’umano, il biologico e le reti si intrecciano così inestricabilmente da essere quasi controllabili dalla ragione umana.
Sotto questo aspetto, la crisi attuale può essere vista come “l’auto-intossicazione dei sistemi per la loro stessa complessità”. Le parole sono del filosofo Jean-Paul Baquiast, il quale aggiunge che purtroppo “per quanto molto intelligenti nei dettagli, i processi co-attivati non sono capaci di un’intelligenza complessiva, che tenga conto per esempio di uno sviluppo economico equilibrato delle civiltà sul pianeta, delle risorse naturali insufficienti”.
Questa complessità parla un linguaggio sconosciuto ai più, ma deve spingere ad uno sforzo positivo nella formazione. Padronare i mezzi oggi è ancora più indispensabile per raggiungere i fini. Questo discorso vale in modo drammatico per le cause e i rimedi della crisi finanziaria. Solo una persona su dieci ha il linguaggio e le capacità per comprenderla – nessuno sa trovare una soluzione immediata e condivisibile.
Con queste motivazioni VoCi inizia (con chiunque vorrà partecipare) un percorso di confronto ravvicinato con esponenti della società civile, da cui trarre insegnamento per affrontare il momento storico che viviamo. E’ la nostra ricerca di frammenti di buona volontà per colmare lo spread, ovvero la distanza, che esiste tra noi ed il resto del mondo.
Crescita: Concentriamoci sulla parola: può la crescita economica essere la soluzione unica ai nostri problemi? Siamo consapevoli che il semplice rallentamento della crescita (o il suo azzeramento) “sprofonda le nostre società nello sgomento, aumenta i tassi di disoccupazione e precipita l’abbandono dei programmi sociali, educativi, sanitari, culturali e ambientali che assicurano un minimo di qualità della vita. Possiamo solo immaginare quale catastrofe provocherebbe un tasso di crescita negativo”. Così afferma con convinzione Serge Latouche.
Ma con altrettanta convinzione, l’economista francese sottolinea anche: “dire che una crescita infinita è incompatibile con un mondo finito e che le nostre produzioni e i nostri consumi non possono superare le capacità di rigenerazione della biosfera sono ovvietà su cui non è difficile trovare consensi. Ma molto più difficile è trovare consensi sui fatti altrettanto incontestabili che quelle produzioni e quei consumi devono essere ridotti e che la logica della crescita sistematica a 360 gradi […] deve essere rimessa in discussione, insieme al nostro stile di vita”.
Questo il significato risanato del concetto di crescita. Si tratta di creare spazi d’azione nuovi, realmente differenti, proposte utili e necessarie per ridare spazio all’inventiva e alla creatività dell’immaginario bloccato dal totalitarismo economicista, che ha portato uno scollamento decisivo (e irreversibile?) della finanza dall’economia reale. Già nel 1931 Paul Hazard, storico francese, appuntò nel suo libro Le Malaise amèrican le seguenti parole: “l’idea che bisogna sovraprodurre per svoraacquistare, ovverosia l’idea che domina la vita economica dell’intero Paese, è veramente così giusta?”.
Noi pensiamo che la crescita debba essere sinonimo di sviluppo pieno ed integrale di ogni uomo e di tutti gli uomini. Concetto ben distante da quello più basso e materiale spesso abusato ed indicato in ogni talk show politico quale rimedio per i guai del nostro Paese. Ritrovare il vero significato delle parole chiave del nostro momento storico diventa dunque un momento di confronto e individuazione vera degli obiettivi da perseguire. Attraverso un nuovo vocabolario. Perché il linguaggio è il mezzo comune ed essenziale per raggiungere i fini verso i quali è teso il nostro agire.
Discussione
Non c'è ancora nessun commento.