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La Voce del Lunedì #5

Promemoria Italiano – Quello che abbiamo dimenticato, quello che dobbiamo sapere, quello che dovremmo fare.

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Qualche mese fa il direttore del Sole 24 Ore Roberto Napoletano ha pubblicato per Rizzoli l’interessante libro “Promemoria Italiano” che raccoglie tutti i “Memoranda” che ha scritto per l’inserto domenicale del suo giornale tra il 2011 e il 2012.

Questo libro ci permette di fare un passo avanti nel percorso a cui accennavo la scorsa settimana; potremmo infatti dire che il leitmotiv degli scritti del direttore è il recupero del passato culturale italiano, è il bisogno di una memoria collettiva, è la ricerca di quelle Persone (nel senso mounierriano che davamo alla parola nell’ultima Voce) che hanno permesso all’Italia di risollevarsi dalle macerie nel secondo dopoguerra.
Indubbiamente un ruolo fondamentale in quella fase lo ebbe la componente più nota della classe dirigente della Democrazia Cristiana: Alcide de Gasperi, giusto per fare un nome; ma è intellettualmente stimolante come Napoletano ponga l’accento anche su figure meno conosciute quali, ad esempio, Giuseppe Dossetti, il giurista e teologo, nonché membro dell’Assemblea Costituente che all’età di quarant’anni decise di farsi sacerdote per poi diventare consigliere del Cardinal Lercaro durante il Concilio Vaticano II.
Era una classe politica di qualità indubbiamente superiore, non dico alla nostra, ché non ci vuole niente, ma forse persino in senso assoluto. Non si tratta di imbastire della facile agiografia stantia, poiché, per capire il livello di cui stiamo parlando, basta semplicemente ricordare, come fa Napoletano, la competizione elettorale per la carica di sindaco di Bologna del 1956 tra Dossetti e il comunista Dozza. Il timore (!!!) degli elettori, testimoniato da un articolo di Indro Montanelli, era che Dossetti conducesse una vita troppo ascetica e monastica per diventare un buon primo cittadino. Come non ripensare ai trimalcionici banchetti di porci e di ostriche da infimo impero che sono il massimo sforzo mitopoietico della nostra contemporaneità politica.

Di grande attualità è poi anche la continua insistenza del libro sul patrimonio storico-artistico e sulla qualità del capitale umano che l’Italia ha voluto e saputo esprimere nel corso della sua storia.
Esemplare è a questo proposito il dialogo tra Quintino Sella e l’intellettuale liberale tedesco Theodor Mommsen, durante il quale il Ministro delle Finanze arrivo a dire che “la missione dell’Italia [nel mondo] sarà la scienza“, intendendo il termine nella sua accezione più vasta dato che fu lo stesso Sella a rifondare l’Accademia dei Lincei nella sua duplice divisione in scienze matematiche e umanistiche. Oppure Napoletano ci rinfresca la memoria sulla Rai delle origini, un innovativo progetto pedagogico che ha coinvolto alcuni tra i migliori intellettuali italiani.

“Promemoria Italiano” si chiude con le storie dolceamare dei cervelli in fuga, come Emanuele Ferragina che è dovuto andare ad Oxford per diventare un apprezzato professore universitario. Anche se Napoletano non smette mai di ricordare al lettore che l’Italia deve ma soprattutto può uscire dal pantano in cui sta agonizzando e tornare a crescere. Approfondiremo questo tema molto da vicino. Come? Già dalla prossima settimana ne saprete di più. Per il momento, ancora una volta, stay tuned.

Buona settimana a tutti!

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